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Diario Irlanda

4 Ottobre 2015_Primo giorno in Irlanda 

Primo giorno in Irlanda per fortuna ci lasciano dormire un po’ e andiamo a scuola alle 11:00, all’arrivo ci accoglie il Preside con un saluto nelle diverse lingue e con un breve ma appassionato discorso di presentazione della scuola.

Poi ci accompagnano a fare un tour e ci mostrano la nuova zona appena inaugurata. La cosa che più ci stupisce in questo istituto è la mentalità aperta e la politica d’integrazione. Nella sala di accoglienza, utilizzata anche ai pasti, sono appese le bandiere che rappresentano tutte le nazionalità di studenti presenti nella scuola. Ovunque sono appesi poster di un progetto contro il bullismo che incoraggiano i ragazzi a non permettere atteggiamenti scorretti.

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All’ora di pranzo, panini e alette di pollo piccanti per tutti.

Nel pomeriggio un autobus ci accompagna nel centro di Drogheda per una visita guidata alla scoperta della città. Divisi in gruppi vediamo St. Laurence’s Gate l’unica porta d’ingresso rimasta delle mura che circondavano la città. Poi arriviamo alla St. Peter’s Roman Catholic Church una bellissima chiesa in stile gotico che conserva al suo interno la testa mummificata di St. Oliver e un bellissimo organo a canne.

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Ci mostrano anche una chiesa anglicana, la St. Peter’s Protestant Church e in particolare il cimitero che la circonda dove si trova una lapide tombale raffigurante due impressionanti scheletri.

Molto interessante la visita alla Martello Tower, una piccola fortezza difensiva del XIX secolo situata su una collina. Da lì godiamo di un magnifico panorama e vediamo in lontananza il mare, poi entriamo e visitiamo la mostra che illustra armi e divise dal 1600 in poi.

DSC_0134DSC_0133Stanchi ma contenti ritorniamo a scuola dove ci aspettano le famiglie dei nostri amici per una serata in compagnia.

A cura di Antonella Serri e Bortolotti Lucia

5 Ottobre 2015_Secondo giorno in Irlanda 

Oggi, primo giorno di scuola!

Ci siamo ritrovati alle 9 e ci siamo diretti subito nella nostra classe assieme agli studenti irlandesi, tedeschi e portoghesi.

Qui ci siamo subito divisi in gruppi misti e abbiamo dovuto affrontare una prova: costruire un ponte sufficentemente resistente, disponendo solo di carta di giornale e due rotoli di scotch.

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Il ponte doveva essere alto 20 cm e lungo 25 cm. Dopo che tutti i gruppi avevano terminato il lavoro l’insegnate irlandese li ha testati prima con un sasso e poi con una tanica.

Dopo ci siamo divisi con i nostri gruppi di lavoro: quantum dots, lampade, fotoluminescenza, wearbles.

La mattinata si è poi conclusa con il pranzo offerto dalla scuola ospitante. Nel pomeriggio  ogni gruppo di lavoro ha illustrato il proprio progetto agli altri studenti. Durante la presentazione abbiamo assistito alla spiegazione di idee e progetti molto innovativi e anche noi abbiamo esposto in lingua inglese davanti a tutti gli insegnanti e agli studenti dell’Erasmus+ MoM, il nostro lavoro svolto in tutti questi mesi.

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Terminata la giornata di lavoro, dopo una cena in famiglia e un po’ (per la verità pochissimo!!!) di relax, ci siamo ritrovati tutti insieme presso la sala conferenze del D hotel, lungo il fiume Boyne, per assistere a uno spettacolo di canti e balli tradizionali irlandesi. È stato uno spettacolo molto interessante che ci ha aiutato a capire questa cultura ed è stato molto divertente perchè ci hanno coinvolto nelle danze.

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a cura di Annachiara Fraulini e Martina Mercati

 6 Ottobre 2015_Terzo giorno in Irlanda

Abbiamo iniziato la giornata con una tipica colazione alquanto abbondante e dopo l’ultimo uovo/salsiccia ci siamo trovati a scuola.
Alle 9:00 abbiamo finito le presentazioni dei progetti e successivamente abbiamo allestito gli stand per la serata di apertura della nuova ala della scuola.

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Dopo una breve pausa in pullman abbiamo raggiunto la località di Oldbridge sede di una famosa battaglia tra le armate di William III, erede al trono di Inghilterra e il suo patrigno James II, che aiutato dai francesi di Re Sole, voleva usurparne il trono. La guida ci ha raccontato nei dettagli il cruento combattimento avvenuto sulle rive del fiume Boyne, e Cheker ha provato una divisa d’epoca.

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Lasciato Oldbridge, ci hanno accompagnato a Monasterboice, un sito monastico del VI secolo, dove rimangono una torre, le mura dell’antica chiesa e soprattutto tre bellissime croci celtiche. La più famosa rappresenta scene della Bibbia  come Adamo e Eva, Mosè che attraversa il Mar Rosso e il Giudizio Universale.

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Dopo cena, siamo ritornati al scuola per l’ Open Night, l’equivale dell’attività di scuola aperta che c’è anche nella nostra scuola.
Abbiamo allestito i nostri stand e esposto lampade, colori fluorescenti, materiali fotoluminescenti e i nostri poster a realtà aumenta.

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Abbiamo portato anche un tocco di Italia e in particolare di Pavullo offrendo scaglie di Parmigiano Reggiano e di salame nostrano ai visitatori che hanno molto gradito.

Tutti gli stand hanno riscosso un grande successo e il pubblico è rimasto molto stupito dalla lampada che si accende e spegne con il battito delle mani, dalla fotoluminescenza con le rappresentazioni “flou”, dai biosensori connessi alla sciarpa in fibra ottica.
E’ stata davvero una grandissima serata, con tantissima gente e noi ci siamo divertiti e ci siamo sentiti orgogliosi del nostro lavoro.

A cura di Simone Lauria e Luca Poletti

7 Ottobre 2015_Quarto giorno in Irlanda

Sono le 7:45 A.M.. La sveglia suona anche stamattina. Risveglio con un leggero raggio di sole, barba, colazione (molto leggera…) e…niente bidet per lavarsi. Quindi bisogna farsi la doccia ogni giorno.
Arriviamo a scuola sempre con almeno cinque minuti di anticipo, gli irlandesi sono di una precisione assurda. Sembrerá strano, ma anche il giorno della gita nel centro della capitale devono indossare le loro tristi uniformi.
Ci rechiamo come ogni mattina nell’aula più grande della scuola, dove Mr. Mc Donagh ci illustra il programma della giornata e le misure di sicurezza da tenere ben presenti. Anche qui la precisione è stata estrema, i concetti sono ribaditi piú volte e, soprattutto, è ripetuto che a Dublino gli scippatori sono parecchi. Quindi questo fenomeno non è prettamente italiano (ne eravamo un po’ sorpresi).
Il discorso dura 3/4 d’ora, poi finalmente (dopo una bella raccomandazione anche della Lisotti, che ha pensato bene di metterci “in guardia”) saliamo sui pullman, divisi nei soliti due gruppi.
Il viaggio dura una cinquantina di minuti.
Tra tutti, si distinguono gli Irlandsi, che in corriera appaiono molto carichi per la giornata.
Arriviamo al Crann Institute, una galleria di scienze moderne.
Ci accoglie in un aula a gradoni con proiettore una delegata, che ci illustra con un interessante discorso l’argomento “Nanoscience”.

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Seguono una serie di esperimenti che riguardano i nanomateriali; il più entusiasmante è stato quello di verificare che la graffite è un ottimo conduttore elettrico, collegando una pila ad un led UV.
Noi non sapevamo che la pila eroga una tensione di 9 V, e il led non riesce a sopportala.
Così bruciamo due led, senza rovinare il terzo grazie all’intervento della prof. Rovandi, che ci ferma.

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In un primo momento non sapevamo se e quando saremmo tornati a casa, se ci avrebbero multato o addirittura arrestato.
Sembra che nessuno della direzione se ne sia accorto. Per fortuna.
Dopo di chè arriva un giovane ricercatore.
La Lisotti chiede di rallentare la parlata tipica “irlandese”; lui in un primo momento si scusa e dice “yes, of course”. In realtá dopo neanche cinque secondi la velocitá del parlato raddoppia.

 

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Forse era meglio se la prof. non avesse detto nulla!
Ci rechiamo in altri laboratori di ricerca dell’Istituto, accolti da un secondo ricercatore.
Qui ci ha illustrato il processo di trasformazione della graffite in grafene e di stampa di circuiti integrati.

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Questa è stata, dopo le visite ai vari cimiteri nei giorni passati, la cosa più interessante della mobilitá.
Alle 13:10 usciamo dall’istituto e in mezzo a un’ enorme confusione, ci dirigiamo verso il Stephens Green Shopping Centre.
Le strade sono molto trafficate e piene di lavori, fino ad arrivare nella zona pedonale.
La cittá non è brutta, ma allo stesso tempo non ci impressiona.

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Ci dividiamo in gruppetti: ogni irlandese deve stare fino alle 15:30 (ora di ritrovo) con il ragazzo/a che ospita, onde evitare di perdersi per la cittá.
Considerato che nei giorni passati i cibi tipici Irlandesi ci avevano decisamente deliziato, abbiamo pensato che andare a Burger King fosse l’idea migliore.
Entriamo nel locale, ordianiamo, e riusciamo finalmente a pranzare con qualcosa di accettabile, oltre ad essere molto salutare.
Sono le 14:20 circa, iniziamo il nostro shopping.
Cosí entriamo nel centro commerciale, e iniziamo a fare qualche giro in scala mobile per addocchiare interessanti negozi. Dopo due/tre ripetizioni finalmente individuiamo il nostro obittivo. Non un negozio di vestiti. Niente souvenirs. Scarpe? No grazie. Un piccolo banchetto di dolci. Gli inglesi lo chiamano “Junk Food” (=cibo spazzatura).
Puoi prenderne senza limiti di peso, fino a rimpiere il barattolo da 400 ml.
Pressiamo i dolci nel barattolo, il peso finale sará stato di almeno un kilo.
Ogni barattolo è per una, massimo due persone.
Ê il momento della parte più stressante: comprare dei souvenirs per genitori, fratelli, sorelle, zii, bisnonne, trisnonne e cugini. Può sembrare assurdo, ma trovare qualche cosa di carino ad un prezzo accettabile che possa essere portata in aereo (considerando peso, ingombro e fragilitá) non è stato facile.
La disperazione di noi ragazzi era alle stelle.
Non riusciamo a guardare nemmeno un negozio di vestiti e a fare qualche altro giro in scala mobile, che giá arriva il momento del ritrovo.
In due ore, avremo perso in totale i nostri amici irlandesi almeno una decina di volte.
Giá alle 15:25, la Lisotti inizia a preoccuparsi e a voler contattare le persone mancanti all’appello.

Alla fine sono arrivati tutti, salvi sì, sani non sappiamo. Il Junk Food non penso ci abbia fatto molto bene.
Ci rimettiamo in marcia verso i pullman a ritmo di maratona; quasi come l’Iron Man. Dopo qualche minuto giungiamo in prossimitá della Trinity College, la famosa università di Dublino.
Il 99,9% dei ragazzi non se ne è nemmeno accorto, ma i prof. ci hanno detto che siamo passati davanti alla famosa “Palla” (Sfera nella sfera) di Arnaldo Pomodoro.

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Arriviamo ai pullman e partiamo.
Sono le 16:00 gli Irlandesi iniziano ad uscire dagli uffici di lavoro, per andare a casa affamati e ansiosi di cenare al più presto.
Quindi ci ritroviamo nel traffico, impiegando circa il doppio dell’andata per tornare a Drogheda.
Nell’analisi di questa giornata, oltre al Junk Food, da ragazzi abbiamo individuato un punto molto importante che caratterizza la cittá: le ragazze.
Non stiamo scherzando, sono tutte bionde, alte e con gli occhi azzurri.
Abbiamo notato questo solo ora perchè la St. Joseph è una scuola maschile (che tristezza…) e non me avevamo avuto ancora occasione.
Arriviamo a Drogheda in perfetto orario, per poi recarci ognuno nella propria casa.
Siamo molto affamati, considerato che abbiamo mangiato neanche tre ore fa.
Così ceniamo abbastanza tardi (intorno alle 17:30, con cibi leggeri, ad esempio “fish & chips”) e, dopo di che, possiamo rilassarci in camera per un’oretta e mezzo.
La giornata non finisce qui: sono le 19:30: ci ritroviamo allo stadio, per giocare una partita amichevole di Hurling, sport tipico e molto popolare.
C’é un freddo allucinante. Ma non importa, se i Tedeschi e gli Irlandesi non hanno freddo, dobbiamo farcela anche noi e i Portoghesi (sono i nostri “compagni d’avventure”, i più simili a noi).

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Correre con 7 gradi all’aperto in braghe e maniche corte non é molto gradevole.
Cerchiamo di non abituarci, onde evitare che quest’inverno alla Beneventi venga l’idea di portarci tutti al Campo Minelli.
Anche parte delle ragazze hanno preso ampliamente parte a questa attivitá, nonostante il freddo.
Ci siamo divertiti molto, e stiamo pian piano conoscendo sempre meglio i ragazzi delle altre nazionalitá.
I gruppi stanno diventando internazionali, e non più divisi per provenienza.
Segue un banchetto con ‘fried chicken’, ‘sausages’ e bevande fresche, per reintegrare le calorie bruciate.
È stata una bella ed intensa giornata, ma siamo sicuri che i prossimi giorni non saranno da meno!

Ion e Riccardo

P.s. Non solo le Irlandesi sono carine, anche qualche Portoghese e Tedesca non scherzano. Vedere per credere!

 8 Ottobre 2015_Quinto giorno in Irlanda

Come sempre ci alziamo alle intorno alle 7:30 e ci toccano altre uova e altro bacon. Personalmente non credo di reggere ancora per molto queste pseudo colazioni poiché la notte ci sogniamo i “cornetti”!

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Finita la “colazione” ci dirigiamo a scuola dove Mr. Mc Donagh ci illustra il piano della giornata, ovvero creare il logo di una società irlandese chiamata “SMARTER SURFACES”.

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Essa si occupa di aggiungere funzionalità alle superfici con innovativi sistemi, come le lim adattate in formato poster o le vernici che una volta applicate nei muri li rendono scrivibili con un pennarello. Sembra una cosa abbastanza normale no? Invece grazie agli smart materials contenuti all’interno della vernice possiamo cancellare le scritte strofinando un dito contro il muro. Magari la potremmo usare con la Baldini, così non si lamenta più con le lim che non funzionano. Una volta finita l’introduzione di Mr. Mc Donagh ci dirigiamo fuori e iniziamo a lavorare con le vernici.

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Intorno alle 12:00 ci apprestiamo ad andare nella mensa, dove ci ripropongono i soliti panini e le alette di pollo (noi pensiamo però che non siano polli, ma corvi, dato che ce ne sono a dozzine fuori dalla scuola) Finito di mangiare siamo tornati nell’aula per assistere alla votazione e alla premiazione dei loghi precedentemente disegnati… la vittoria è stata ovviamente del gruppo italiano (composto da Mattia, Cheker, Virginia, Simone, Alessandro, Luca e Giorgio) che ha sbaragliato con un fantastico logo la concorrenza soprattutto portoghese. Sul podio, al terzo posto l’altro gruppo italiano.

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Dopo aver esageratamente ma giustamente esultato ci siamo divisi nei rispettivi gruppi e abbiamo cercato delle nuove idee da portare in Germania a marzo (devo dire che gli irlandesi non sono molto collaborativi e che le idee migliori, ovviamente, sono made in Italy).

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Alle 16 la scuola, finalmente, termina e noi possiamo andare a divertirci ma soprattutto a rilassarci.

 

Scritto dalle geniali menti di Mattia e Cheker

9 Ottobre 2015_Sesto giorno in Irlanda

Ultimo giorno prima della partenza.

Ormai siamo agli sgoccioli e alle nove di mattina s’inizia a respirare un po’ di tensione quando ci chiedono di presentare all’intero gruppo le idee elaborate ieri (frutto del lavoro delle menti italiane e dell’aiuto internazionale…).

Dopo le presentazioni, la priorità è la merenda mattutina, il momento più atteso della giornata, ovviamente dopo il pranzo (l’uscita da scuola non fa assolutamente testo).

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In seguito ci è stato chiesto di compilare un questionario valutando le varie attività svolte durante la settimana, assegnando un voto variabile da “poor” a “excellent” (scarso o eccellente). A questo è seguito un breve lavoro d’impacchettamento e imballaggio del materiale da noi portato dall’Italia e che doveva assolutamente tornare indietro, anche se in realtà è stata l’ennesima occasione per scherzare un po’ con i compagni, soprattutto i portoghesi.

Verso le 12.30 abbiamo pranzato, e poi ognuno di noi si è cambiato per l’attività fisica pomeridiana.

Alcuni hanno deciso di giocare a football, basket o vari sport mentre altri hanno preferito la palestra della scuola, fornita di ogni attrezzo ginnico.

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Alcuni di noi hanno partecipato, durante l’ultima ora di scuola, a una lezione di italiano/francese in una classe esterna all’erasmus; è stato strano sentirsi padroni della lingua con gli irlandesi, che per tutto questo tempo ci hanno dato filo da torcere col loro inglese impertinente.

Il pomeriggio libero è stato per qualcuno una buona occasione per uscire con gli amici, mentre qualcun altro ha preferito riposarsi e prepararsi per la cena gentilmente offerta dalla scuola, che si è svolta nella mensa dell’istituto.

Dopo un pasto ricco di cibo irlandese (al quale confessiamo di non esserci ancora abituati)

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Eccoci tutti in fila per andare a prendere i piatti

 

ci sono stati consegnati i nostri attestati della mobilità, in breve, un documento che prova che questa settimana non sia stata passata alle Hawaii sorseggiando cocktail sulla spiaggia.

 

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Dopo la consegna degli attestati siamo usciti, italiani, irlandesi e portoghesi,  per andare in centro a Drogheda e passare un po’ di tempo insieme prima della partenza di domani.

Quasi tutti abbiamo già in programma di tornare in Irlanda, magari maggiorenni e con la possibilità di visitare un vero Irish pub, occasione che per ora è mancata..

We will all miss you, Ireland!

A cura di Virginia, Alessandro e Giorgio